Approvata la nuova legge regionale per promozione e il sostegno del Terzo settore, l’amministrazione condivisa e la cittadinanza attiva

Un milione e mezzo di euro all’anno per sostenere il terzo settore e un Consiglio regionale del Terzo Settore per dare rappresentanza alle realtà del volontariato, dell’associazionismo e del non profit favorendone l’integrazione con il territorio

Un milione e mezzo di euro all’anno per sostenere il terzo settore e un Consiglio regionale del Terzo Settore per dare rappresentanza alle realtà del volontariato, dell’associazionismo e del non profit favorendone l’integrazione con il territorio. 

Sono i punti di forza della legge a sostegno del mondo no profit proposto dai gruppi di maggioranza -con primo firmatario Federico Alessandro Amico (capogruppo ER Coraggiosa) e sottoscritta anche da altri consiglieri dei gruppi di centrosinistra- approvata oggi dall’Assemblea legislativa. A favore hanno votato Pd, Lista Bonaccini, Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde e Movimento 5 Stelle, mentre Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Rete Civica si sono astenuti.

La legge interviene a sostegno di un mondo che, lungo la via Emilia, conta oltre 500mila volontari e quasi 83mila dipendenti e che nell’ultimo triennio ha dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia e, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, con l’aumento dell’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime e di conseguenza delle bollette per luce e riscaldamento.

Punto di forza della nuova legge è l’istituzione del Consiglio regionale del terzo settore, che sostituisce l’attuale Conferenza del Terzo settore, che potrà essere partecipato da soggetti finora esclusi, come i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), da Fondazioni bancarie, Enti locali, Assemblea Legislativa, sarà affiancato da Osservatorio del Terzo Settore e Amministrazione Condivisa. In particolare il Consiglio regionale del terzo settore sarà composto dal Presidente o un suo delegato, da quattordici componenti designati, secondo procedure trasparenti e democratiche, dall’associazione degli Enti del Terzo settore più rappresentativa in Emilia-Romagna, da un rappresentante del Coordinamento regionale dei Centri di Servizi per il Volontariato e da un rappresentante dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, infine dal presidente della commissione assembleare regionale competente o suo delegato. Saranno, inoltre, invitati a partecipare all’attività del Consiglio tutti gli assessori regionali, o loro delegati, in relazione ai temi e agli oggetti da trattare, così come un rappresentante di ANCI Emilia-Romagna. Il presidente della Regione, sentito il Consiglio regionale del terzo settore, indice annualmente l’Assemblea regionale del Terzo settore quale momento di confronto, verifica e proposta sulle politiche di interesse. L’Assemblea è costituita dagli Enti del Terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore, con sede nel territorio regionale.

L’obiettivo è potenziare l’integrazione delle politiche pubbliche e delle risorse in funzione dell’innovazione delle attività, della qualificazione della spesa e della promozione di ecosistemi stabili all’interno delle comunità fondati sul principio di sussidiarietà orizzontale, su legami autentici di fiducia e di solidarietà e sulla produzione di forme di economia a impatto sociale.

Collegati al progetto di legge sono stati presentati quattro ordine del giorno. Tre quelli approvati dall’Assemblea: l’odg del Movimento 5 Stelle a sostegno della valorizzazione della pet therapy, quello delle forze di maggioranza Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa ed Europa Verde per valorizzare il volontariato accreditato nel settore dei trasporti sanitari e quello unitario di Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa, Europa Verde, Lega, Fdi, Fi, Rete civica e Movimento 5 Stelle che invita la Regione a operare per convincere il Parlamento a modificare le leggi nazionali in materia di terzo settore. Respinto, invece, l’odg di Forza Italia che finalizzato alla riduzione progressiva fino all’azzeramento dell’Irap per le Onlus.